La mia è una città ferita. Trenta metri di mura medievali sono venute giù un livido giorno di pioggia ostinata, e più di recente uno sperone di muro che sorregge l'acropoli etrusca, in pieno centro storico, a due passi da Piazza dei Priori, dalla mia stessa casa. E quando la tua città è ferita - quello squarcio che a mala pena i tendoni di plastica coprono con il pudore che si riserverebbe ad un corpo ferito e nudo - quando i luoghi che conosci da sempre non sono più gli stessi e fai fatica a riconoscerli, e non possono essere più le stesse neanche le tue abitudini - il caffè al solito posto, lo sguardo distratto che butti passando di fretta nelle strade di sempre, come ad un quadro appeso alle pareti di casa tua, come la faccia del giornalaio che è lì da secoli, sempre lui, un'istituzione, la placida certezza che tutto cambia ma qualcosa grazieadio no - quando le cose intorno a te, i colori della piazza, o il movimento della gente, i rumori dei giorni di lavoro ed il silenzio della domenica non sono più gli stessi e nell'aria c'è qualcosa di diverso, un odore di nuovom di terra smossa, di radici sradicate, di fango rimosso; quando la tua città è ferita, lo sei un po' anche te, le tue stupide certezze, la tua voglia di tornare, il tramonto sempre uguale sulle mura che non che non ci sono più.
ciao Lizzy
RispondiEliminami sei mancata!!! che bello vedere un tuo commento ... sai che sto realizzando gli angioletti per la prima comunione di Federico ... in questi giorni ti ho pensata tanto!!!
ho pensato di fare un angioletto per ogni invitato come segnaposto ... appena li finisco te li mostrerò
adesso vado a leggere i tuoi post
un abbraccio Patrizia