mercoledì 30 novembre 2016

RECAP!!!! Letture del mese di Novembre

Nel corso del mese di Novembre ho letto cinque libri, mooooolto diversi l'uno dall'altro, alcuni di autori famosi ed affermati, due di scittrici esordienti, tutti stranieri ad eccezione di uno....
I libri sono questi:
 
 
Le Ragazze, Emma Cline

E' una delle autrici esordienti di cui ho parlato prima, appena ventritrenne. Non dirò molto su questo libro perchè ne hanno parlato in moltissimi e molto meglio di quanto potrei fare io... Dico solo che mi è piaciuto molto, per la storia, i personaggi e soprattutto per il modo di scrivere della autrice, molto particolare, suggestivo, pieno di metafore e di immagini che rimangono impresse nella mente con straordinaria efficacia....





L'Arte di essere fragili, Alessandro D'Avenia

Mooooolto bello, non un romanzo ma una lunga lettera indirizzata ad uno degli autori più importanti ed amati nella nostra letteratura, Giacomo Leopardi, una dedica alla sua poesia, al suo genio indiscutibile, ad una sensibilità straordinaria e fuori dal comune, che mi appare ancora più straordinaria ora che mi separano dagli studi liceali oltre venticinque anni... un tempo sufficiente per vedere le cose in un modo completamente diverso, ed apprezzare se possibile ancora di più la poesia di questo autore tra i miei preferiti... Consigliato, per gli spunti di riflessione, per la passione che trasuda, per la forza del linguaggio.
Credo che prima o poi gli dedicherò un post specifico...


Dieci donne, Marcela Serrano
La storia di nove donne e della loro terapeuta, raccontata dalla voce stessa di ognuna di loro... Donne molto diverse l'una dall'altra, alcune semplici altre colte, le ricche e le povere, quelle sfortunate, quelle perseguitate, quelle che hanno costruito la vita con le proprie mani e quelle che vivono la vita che è loro capitata...
Alcune delle storie sono bellissime, emozionanti, cariche di sofferenza o al contrario di leggerezza.. Una bella lettura, che mi ha lasciato in eredità un bel bagaglio di emozioni...




L'Informatore, John Grisham
Ultimo romanzo del maestro del genere legal thriller... Parte un pò lento, ma poi si dipana veloce e serrato, pieno di tasselli che vanno magicamente al loro posto uno dopo l'altro.... Da non potersi lasciare a metà, ma da finire tutto in una volta, senza tregua, senza un attimo di pausa, fino al finale... Letto in un fine settimana, senza fare lavatrici, poche commissioni, niente stirare, solo divano e poltrona... una pacchia, insomma, anche solo per questo....




Ricettario amoroso di una pasticciera in fuga, Louise Miller
Ne ho già parlato qui; libro che come ho detto definirei "onesto", intreccio gradevole, storia senza colpi di scena, scrittura accettabile... storia carina per un week end con cervello a riposo, tra picchi glicemici e natali innevati del Vermont.... Consigliato agli amanti del genere..

E voi, le vostre letture?

lunedì 28 novembre 2016

5 libri che ho amato da piccola

Ho parlato dei libri che da piccola ho amato non molto tempo fa... Ma torno oggi a parlarne per partecipare alla iniziativa di Twinsbookslovers, dal titolo "5 cose che..."; ogni settimana 5 cose diverse, sempre a tema "libro", e questa settimana, appunto, 5 libri amati da piccoli....
Allora cominciamo:
 
1) Anna dai capelli rossi......
 





2) CIPOLLINO, di Gianni Rodari
Una supplente - antipatica e severa, niente a che vedere con la mia maestra Zina (ciao Zina, guardami dal posto meraviglioso dove ora ti trovi...) - iniziò a leggerci il libro, ogni giorno verso la fine della mattinata... nonostante non mi piacesse e aspettassi impaziente il ritorno a scuola della mia adorata insegnante, ricordo quelle ultime ore della giornata scolastica con grande, grande piacere...




3) GIANBURRASCA 
 
Terribile, imprevedibile, terrificante nella sua genialità votata al "male"... insomma, Giovannino Stoppani detto "Gianburrasca"!!!!




...  e la pappa al pomodoro, piatto povero, toscanissimo, da leccarsi i baffi....


4) Piccole donne
di questo libro ho detto molte cose, e rischierei di ripetermi... solo qualche bella foto, attinta dal web nel corso del tempo (di cui onestamente non saprei più citare la fonte...)





...splendida JO, dal volto di una altrettanto splendida Winona ...

5) PIPPI CALZELUNGHE
Splendida, indimenticabile, unica....



venerdì 25 novembre 2016

Lavori in corso.....

Disegni colorati a matita.....
 ...Tag di cose che MI PIACE fare, e di cose che DEVO FARE...
 .... Cosa bolle in pentola????




mercoledì 23 novembre 2016

Di scrofe ferite, serial killer del futuro e dell’importanza delle parole


Ho iniziato a leggere il testo della riforma costituzionale a settembre. Non ho molto tempo a disposizione, e quello che ho mi piace impiegarlo come voglio, per leggere, per camminare, per andare a correre, per fare un po’ di scrap. Quindi ho iniziato con largo anticipo, consapevole che avrei dovuto utilizzare qualche ritaglio di tempo libero per leggere un testo articolato, come ci aspetta da una riforma costituzionale, che per essere capito davvero deve essere confrontato, oltretutto, con il testo vigente della nostra Costituzione. L’ho fatto volentieri, mi è sembrato quasi di tornare indietro di oltre vent’anni, al tempo dell’esame di Diritto costituzionale, ed è stata l’occasione per rileggere qua e là il vecchio testo di Alessandro Pizzorusso, e quello di Gustavo Zagrebelsky, oggi fautore del NO. Bello, insomma. Il minimo che potessi fare, da cittadino, per votare in modo consapevole sapendo cosa avrei approvato o buttato a mare, rifiutato o accettato. Ho spulciato il testo cercando di capire se fosse vero che i costi della politica sarebbero diminuiti, come sostengono i fautori del SI, o se il popolo sovrano sarebbe stato davvero privato del diritto di eleggere una delle camere, come affermano i sostenitori del NO ( ho letto anche la bozza di legge Chiti - Fornaro per la definizione di un meccanismo elettorale dei componenti dei Consigli regionali, che consentirà – consentirebbe - agli elettori di esprimersi su futuri componenti del nuovo Senato Riformato, tanto per capirci di più); ho cercato tra le nuove disposizioni dove potesse annidarsi il pericolo di quella “deriva autoritaria” di cui si parla, e cosa ci fosse dietro a ciascuno dei nuovi procedimenti di produzione legislativa che la riforma propone e prefigura; soprattutto cosa sarebbe cambiato della nostra, bellissima Costituzione repubblicana dopo la riforma, e se i diritti fondamentali, non i meccanismi del Titolo V (i soli ad essere toccati dalla proposta di modifica) sarebbero stati sempre al loro posto, lì, fondamentali, imprescindibili, dono di uomini di ben altra tempra del nostro non remoto passato, dopo l’eventuale approvazione della riforma; per un momento infatti ho tenuto che potesse essere messo in discussione tutto, a sentirne parlare in giro….
Mi sono fatta la mia opinione, e credo che il mio voto sarà “ragionato”, o per lo meno informato.
Un voto sul MERITO, che dirà SI o NO ad un testo che ho letto, ad una riforma che ora so – certo non alla perfezione, non sono mica un costituzionalista! ma quanto basta – cosa intende cambiare e cosa lasciare in piedi. Un voto libero, che non si accoda semplicemente all’orientamento della mia parte politica - che pure seguo e a cui va il mio voto di cittadino, da sempre – ma che quell’orientamento ha prima scandagliato, verificato, per capire se buttando a mare la riforma avrei sprecato un’ occasione unica e forse irripetibile o se, approvandola, avrei cambiato irrimediabilmente una parte insostituibile di un testo fondamentale, il primo, la “valvola di chiusura” della nostra gerarchia delle fonti. Votare, e votare sapendo cosa si vota, è questo il bello della democrazia, della nostra democrazia, qualunque sia la nostra opinione e il nostro modo di pensare. Punto.
E potrebbe bastare. Potrei fermarmi qui e non continuare.
Anzi, forse dovrei proprio smettere di dire, perché quello che mi ha spinto oggi a scrivere – io che sul blog parlo solo di libri e di scrap e come oggi, in un post programmato, di fiori – ha poco o nulla a che vedere con il merito della riforma, e hai voglia di questionare se sia o meno giusta l’abolizione del CNEL o la deflazione della decretazione di urgenza, quando leggi quello che ho letto, quando senti quello che ho sentito…
Succede infatti che vedi in televisione ed ascolti in radio e leggi sui giornali cose dette da personaggi pubblici, cose che senti e che vorresti non aver sentito, o vorresti credere di aver equivocato, di non aver compreso, di avere frainteso…
Sono abituata da tempo ai toni dello scontro politico in casa nostra. So bene che da tempo, qui da noi, e anche altrove, vince chi urla, chi la spara grossa, da una parte e dall’altra, chi si rivolge al proprio avversario politico come al proprio “nemico” e non semplicemente al portatore di una verità “altra”, diversa dalla nostra, ma ugualmente meritevole di ascolto e di rispetto. Il tempo del populismo, qualcuno dice, della tentazione autoritaria, dicono altri.
Non ci sono mammole, né da un lato né dall’altro; non ci sono Heidi sedute sulle poltrone delle nostre istituzioni rappresentative; ci sono persone ora preparate ora profondamente incompetenti, pragmatiche e dogmatiche (sempre che i dogmi ancora esistono), portavoci di un pensiero libero o del più bieco qualunquismo, animate da spirito civico o da interessi personali. Come tutti noi, che quelle persone in fondo rappresentano, dando consistenza alla nostra voce, nel più perfetto dei meccanismi di rappresentanza indiretta, contro qualsiasi assurda pretesa di istituire una “democrazia liquida” che a me fa venire in mente solo un tubo che perde, o un ghiacciolo che si scioglie al sole…
Ma succede che senti parlare di “scrofe ferite” (non di un “animale ferito” che è noto si possa muovere scompostamente, no, proprio di “scrofa”, la femmina del maiale che nell’immaginario collettivo evoca immagini di sporcizia e di turpe promiscuità), di “serial Killer del futuro dei figli”, e allora non può non tornarti in mente il titolo di quello splendido libro di Carlo Levi, “Le parole sono pietre”, e pensi che qualunque sia la tua opinione sul referendum costituzionale, e qualunque sarà il voto che liberamente, democraticamente, e – spero – in modo consapevole ed informato – andrai a dare il 4 dicembre, le parole sono e restano PIETRE.
Che se le scagli fanno male, più di uno schiaffo, più di una spinta, più, a volte, di un colpo in faccia. E non c’entra niente, ed è del tutto inadeguato e privo di significato - prima ancora che maleducato -  del tutto insensato – comunque la si pensi – dare della SCROFA alla propria controparte politica, completamente fuori da ogni logica. Almeno fuori della MIA logica, io che penso che, al di là dell’asprezza dei toni – che c’è da entrambe le parti, forse si – non si possa MAI varcare quella sottile linea di confine tra il lecito e l’inaccettabile, tra il colorito e l’offensivo, e che si debba INVECE sempre evitare di parlare della cellulite delle ministre, o dei tailleur del Presidente della Camera. Perchè in fondo, per Dio, si parla di Costituzione (sempre che di questo si parli, naturalmente), e non ci si può arrogare il diritto di difendere la Costituzione che si vorrebbe preservare dalle modifiche della riforma – giuste o sbagliate che siano, ognuno è giusto che la pensi come vuole – se ci si rivolge così al principale rappresentante del fronte politico contrario.
Le parole sono pietre.
Vanno usate per quello che sono, strumenti affilati e taglienti o morbidi e pieni di calore, a seconda dei casi, consapevoli del bene e del male che possono fare. Molto male. A me, cittadina di questo Paese, qualunque sia la mia opinione, che poco conta, e qualunque sia il voto che darò il 4 dicembre.

Bulbi che passione...

La mia passione per i bulbi, ossia tulipani, giacinti, etc. è di vecchia data....
Sono in assoluto i fiori che preferisco, a parte le margherite bianche, che se la giocano alla pari...
Qualche anno fa, a Novembre, piantavo sempre i bulbi per la primavera successiva, ma a dire il vero il mio pollice verde è quello che è, e da qualche tempo preferisco comprare direttamente le piantine o i i fiori recisi (nel caso dei tulipani)....
 
 Come tutte le cose che amo particolarmente, i miei fiori preferiti sono stati protagonist di pagine scrap....
... di shooting dedicati....

http://chiamatemilizzy.blogspot.it/2011/03/piccoli-piaceri-meno-di-5-euro.html
 
.....di altre pagine SCRAP.....
 
Questi sono gli ultimi che ho comprato. Li ho messi sul tavolo della cucina, in bella mostra, e non vedo l'ora che fioriscano.....

 
 
 
 
 

lunedì 21 novembre 2016

5 cose che... 5 generi letterari

 Partecipo anche questa settimana all'iniziativa di Twinbookslovers, su "5 cose che...". Il tema questa volta è "5 generi letterari che preferisco".
Allora, in ordine rigorosamente casuale....

FANTASY

Non tutto però... la mia frequentazione di questo genere è limitata alla saga di Harry Potter e a quella di Twilight...confesso di non aver mai letto neanche "Il Signore degli Anelli"....

NARRATIVA....

 ... o comunque si voglia chiamare il romanzo "vero", fatto di trama, personaggi, svolgimento, prosa bella o  brutta, insomma ROMANZO, ci siamo capiti, vero?

THRILLER (???)

E qui, lo ammetto, le cose si complicano e si ingarbugliano... il trhiller è quel genere di romanzo/storia che ha per caratteristica principale quella di tenerti incollato alla pagina fino all'ultimo rigo, quella che ti fa provare brividi e tensione, credo... La Trilogia Millenium rientra nel genere???? Non lo so con precisione, di verto c'è però che a me ha fatto quell'effetto....

POLIZIESCO

 Mio Dio come è difficile...trama "gialla", indagini e protagonista poliziotto appartengono a questo genere? OK, allora Montalbano, Schiavone, Wallander e anche Pedra Delicado (non in foto...)

GIALLO "CLASSICO"

Agatha per sempre, con quel personaggio unico e irripetibile che è Hercule Poirot...
Chissà se le definizioni sono calzanti, e i generi azzeccati... Speriamo, su, in caso contrario aspetto fiduciosa commenti e correzioni...

venerdì 18 novembre 2016

Nuova lettura - Il libro dei Baltimore

 
Dopo "L'arte di essere fragili", di Alessandro D'Avenia, inizio una  nuova lettura, "Il libro dei Baltimore", di Joel Dicker. Ho sentito opinioni diverse su questa ultima opera dell'autore di "La verità sul caso di Harry Quebert", e mi sembra di aver capito che coloro che avevano amato l'opera d'esordio di questo scrittore hanno apprezzato anche il suo ultimo lavoro... l'esatto contrario per gli altri, che dopo la lettura di questa  ultima uscita, hanno trovato elementi per confermare la loro precedente opinione negativa...
Vedremo, come sempre non c'è che da leggerlo e farsi una opinione personale...

Di certo c'è, però, che le copertine dei due libri sono praticamente identiche, nonostante la pubblicazione da parte di due diverse case editrici, Bompiani e La nave di Teseo... La costruzione è la stessa: colori scuri, buio, alberi di sottofondo, un'auto sul lato sinistro, ripresa in un caso da dietro e nell'altro nella parte anteriore, e un elemento in primo piano dall'altro lato della pagina, l'immagine di una ragazza nella copertina di "Harry Quebert", e di un cerbiatto in "Il libro dei Baltimore"...
 Considerato come la veste tipografica di un libro sia attentamente studiata e oggetto di analisi preliminari che immagino molto approfondite, non credo che la grande somiglianza delle due copertine sia frutto del caso... se l'intenzione degli editori è stata quella di sottolineare, fin dalla prima impressione, la somiglianza delle due opere e il gradimento che entrambe hanno riscosso (nel caso di Harry Quebert) e possono riscuotere (nel caso dei Baltimore) presso i lettori, credo di poter stare tranquilla... la storia di Harry Quebert m è piaciuta moltissimo!