Quando
ero piccola non è che leggessi questo granchè. La passione per la lettura è
arrivata dopo, più tardi, nel corso degli anni, al liceo quando si doveva
leggere quel che dicevano i professori e i programmi scolastici, all’università
quando il tempo di leggere era, almeno per me, molto poco, presa com’ero dalla
necessità di studiare per arrivare alla laurea il prima possibile (e comunque
ci ho messo lo stesso sei anni, da pignola perfezionista quale sono…). No, la
passione per i libri, quella che oggi ho e che a volte faccio fatica a
soddisfare del tutto, è arrivata più tardi, molto più tardi.
Mi piacevano i fumetti, i libri di fiabe con molte illustrazioni, e i
telefilm della “TV dei Ragazzi” (qualcuno si ricorda “Vacanze nell’isola dei
gabbiani”??). Insomma, non ero certo una divoratrice di libri, a quel tempo: mi
piaceva correre in bicicletta, giocare nell’orto, mi sbucciavo regolarmente le
ginocchia come il peggiore dei maschiacci, e sugli scaffali della mia libreria
c’erano soprattutto i “Topolino” e le Barbie….
Ma ci sono stati un paio di libri che ho amato molto, libri che mi hanno tenuto compagnia, che mi hanno aperto le porte, e accolto in un mondo parallelo in cui era piacevole stare, in cui avrei voluto vivere....
Uno
di questi era “Anna dai capelli rossi”. Adoravo Anna. Adoravo quel suo modo di
fare da uccellino smarrito, da lepre sorpresa dai fari di un’auto su una
autostrada di notte; mi riconoscevo nel suo amore per lo studio, perché
anch’io, neanche a dirlo, sono sempre stata un’incorreggibile secchiona, e
nella sua capacità di vivere sempre, ogni cosa, con uno straordinario dispendio
di energie e di stupore...
Invidiavo la sua stanza in soffitta, affacciata sui camini verdi che nell’edizione originale del libro fanno parte del titolo del romanzo, e i suoi capelli rossi, più rossi di quelli che all’epoca avevo anch’io, che per me erano il segno di una unicità, di una originalità che mi avrebbero reso meno banale, meno comune, un po’ più interessante agli occhi del mondo….
Questa
nella foto è un’edizione recente del libro, comprata negli ultimi anni, la
copia sempre presente sul mio comodino, il mio comfort book (qui), il cioccolatino della sera, di quelle
sere tristi dopo una giornata pesante il cui l’unico rimedio è sedersi sul
davanzale della finestra di Anna e guardarla mentre scrive o legge, seduta al
suo scrittoio nella sua piccola stanza, alla luce della candela….
E poi lei, Pippi. Eccessiva, colorata, anche lei
con i capelli rossi, sguaiata, disordinata, indipendente, casinista, generosa,
sopra le righe, ingorda e visionaria. Ricordo che l’idea di una bambina che viveva
da sola in una grande casa un po’ malconcia, in compagnia di una scimmia e di
un cavallo, con una grande valigia piena di monete d’oro e libera di preparare
una torta con una scopa al posto di un cucchiaio di legno, mi appariva bislacca
e al tempo stesso seducente, quanto di più lontano dal mio quotidiano - e da
quello di altri bimbi, non solo della mia generazione – fossi in grado di
immaginare, qualcosa di appena paragonabile alla stramberia affascinante di un
viaggio nel tempo o di una vacanza dall’altra parte della terra…
Mi
piaceva così tanto che è stato uno dei primi libri che ho letto a Snabbitz da
piccolo, noi due, la sera dopo cena, sdraiati sul lettone a pancia sotto, il
libro aperto davanti a noi, le figurine che sembrava quasi che prendessero vita
via via che leggevo, e le risate di lui, che ancora mi sembra di sentire nelle
orecchie….
"Orgoglio e pregiudizio" l’ho letto che frequentavo la terza media. Era un regalo della prima comunione che fino a quel momento aveva preso polvere sugli scaffali della libreria...
Non ho un grande ricordo di questa prima lettura, a dire il vero; la passione per la Austen è stata, anche questa, un dono di un'età diversa, di una diversa fase della mia vita, più pacata, meno inquieta. Più attenta alle sfumature, più in grado di apprezzare l'ironia delle situazioni e il tratto graffiante di JA, il ritratto calzante e al tempo stesso misurato dei personaggi, degli ambienti, delle circostanze.
Longbourn è per me un luogo dell’anima, uno di
quei posti ideali e immaginari da cui non vorrei mai allontanarmi o a cui mi
piace a volte poter tornare, nei momenti meno facili, nelle serate più
fredde, ogni volta che i miei pensieri non trovano pace e si agitano scomposti
come rondini in gabbia. In quei momenti, mi siedo davanti al fuoco, nella sala di casa Bennet, in
compagnia di Lizzy e di Jane, con una tela da ricamo tra le dita, una tazza di
thè su un tavolino lì a fianco, le chiacchiere della Signora Bennet come brusio
di sottofondo e le note di Mary che suona il piano nella stanza accanto… Ma che
forse c’è bisogno di dire ancora quanto questo mondo, i suoi personaggi, la sua
aria così superata e pure eterna, mi piacciano e mi confortino? C’è forse
bisogno di ricordare come si chiamava il mio primo blog (Chiamatemilizzy) e quale nome dia il
titolo a questo, e quante pagine di scrap abbia dedicato a Lizzy nel corso del
tempo (qui e qui)? Certo che no, ormai credo lo sappiano anche i muri….
Il libro di questa foto è uno di quelli che
facevano parte della biblioteca, piccola, economica ma abbastanza fornita, di
mio padre, un oscar Mondadori, al prezzo di 350 lire, che oggi ricomprerei a
occhi chiusi e di corsa se lo trovassi sulle bancarelle di un mercatino… la
traduzione è come minimo, traballante e del tutto antiquata, e per questo
addirittura tenera (Lizzy, diminutivo di Elizabeth è tradotta come Bettina…)
E alla
fine JO MARCH. Lei più di tutte, più addirittura di Elizabeth Bennet, lei sì
che era, è e sempre sarà la mia preferita.
Jo March, una delle piccole donne.
Una che si taglia i capelli e li vende per pagare il viaggio della madre senza
chiedere alla vecchia scorbutica zia; una che per Natale si fa regalare la
carta per scrivere, che si arrampica sugli alberi, che scrive drammoni a
puntate su improbabili pirati e nobili maledetti e malvagi, una che rifiuta
l’amore del ricco amico e sposa un professore squattrinato e per giunta straniero
(quanto si più esotico, forse, si potesse immaginare all’epoca). Una come lei,
orgogliosa, testarda, un autentico maschiaccio, geniale, fantasiosa,
impertinente e sarcastica, autentica. Insomma meravigliosa, incorreggibile, un
esempio di indipendenza, un cuore saldo di acciaio temprato al servizio di un
cervello di prim’ordine….
Ero
convinta di averne una copia, di “Piccole donne”, ma non è così. Forse l’ho
perso, forse l’ho prestato, non lo so, non mi ricordo. Ma lo ricomprerò, di
sicuro, perché tra i miei libri non può mancare. Per il momento solo la foto di
un pezzo di carta, con su scritto il mio desiderio di un tempo e l’augurio che
avrei rivolto a mia figlia, se mai l’avessi avuta…
essere come lei,
assomigliarle, provare i suoi stessi sentimenti, la sua istintiva e genetica
generosità, il suo smisurato amore per i libri, dentro un paio di scarpe da maschio…
Che meraviglia di post Lizzy (ma anche Bettina non è male)! Mi hai fatto ritrovare Pippi che per me è legata a ricordi molto particolari, intensi, pieni di malinconia. In perfetta sintonia con la giornata di oggi. Un abbraccio!
RispondiEliminaGrazie Pia, anche per me come avrai capito sono letture importanti, che hanno cioè contato molto!
EliminaQuesto tuo post mi ha commossa, coinvolta, riportata indietro nel tempo... ricordi sopiti nell'anima, libri mai dimenticati, sempre presenti. Grazie, semplicemente.
RispondiEliminaP.S.: lo ammetto però, mi manca la Austen e desidero affrontarla. Invece Pippi, per quanto mi sia simpatica non l'ho mai amata molto a differenza di Pollyanna o di Jo, la preferita pure per me. La tenerezza per Beth, un po' di "indisponenza" per la precisina Meg, un pizzico di invidia e uno di antipatia per Amy...
Si, beta, leggi jane austen.... i suoi romanzi non sono molti, e alcuni sono migliori di altri. Che ne dici di iniziare proprio da orgoglio e pregiudizio? 😘
RispondiEliminaun bellissimo post....quanti bei ricordi
RispondiEliminauno dei post più belli letti la settimana scorsa. ciao
RispondiEliminahttps://haylin-robbyroby.blogspot.it/2016/11/top-of-post-14-novembre-2016.html
Grazie mille, felice che ti sia piaciuto!
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